Tour dei British and Irish Lions 1980

21º tour ufficiale dei British and Irish Lions
Tour dei British Lions 1980
Date10 maggio 1980 ‒
12 luglio 1980
DestinazioneSudafrica
AllenatoreNoel Murphy
CapitanoBill Beaumont
EsitoPersa 1-0-3
Incontri
GVNP
Totali181503
Test match4103
Avversari nei test match
NazionaleGVNP
Bandiera del Sudafrica Sudafrica4103
Record nei test match
PuntiBandiera dell'Inghilterra Tony Ward (18)
MeteBandiera dell'Irlanda John O'Driscoll (2)
Record generali
PuntiBandiera dell'Irlanda Ollie Campbell (58)
MeteBandiera dell'Inghilterra Mike Slemen (5)

Il tour dei British and Irish Lions 1980 fu il 21º tour ufficiale della formazione interbritannica di rugby a 15 dei British and Irish Lions; si tenne per l'11ª volta in Sudafrica, dal 10 maggio al 12 luglio 1980, e consisté in una serie di 18 incontri, di cui quattro test match contro gli Springbok, programmati in altrettanti sabati sparsi tra tutti i tre i mesi della spedizione (uno in maggio, due in giugno e uno in luglio, coincidente con l'ultimo incontro assoluto del tour).Gli altri quattordici incontri si tennero contro otto squadre provinciali (nell'ordine E.P. Elephants, Natal, Orange Free State, Transvaal, Eastern Transvaal, Northern Transvaal, Western Province e Griqualand West), quattro squadre a inviti, uno contro la nazionale A, gli Junior Springboks, e infine contro i South African Barbarians che allineavano anche giocatori internazionali come l'argentino Hugo Porta.

Allenatore capo della squadra dei British Lions fu l'irlandese Noel Murphy, capitano l'inglese Bill Beaumont.

La serie dei quattro test match fu vinta dal Sudafrica per 3 incontri a uno: i Lions vinsero il proprio incontro a serie ormai persa, sul 3-0 per gli Springbok.La formazione interbritannica vinse, tuttavia, gli altri 14 incontri infrasettimanali.

A causa delle ripercussioni politiche circa l'opportunità di disputare incontri sportivi con un Paese che attuava in patria un regime di discriminazione razziale, quello del 1980 rimase l'ultimo tour dei Lions in Sudafrica per 17 anni, fino al 1997.

La preparazione modifica

Il tour nasceva in una situazione politica turbolenta.Il Sudafrica non era un Paese gradito in Gran Bretagna e già dieci anni prima, in occasione del tour degli Springbok nelle Isole britanniche del 1969-70, vi erano state veementi proteste, guidate da leader politici del laburismo giovanile come Peter Hain e Gordon Brown, perché il tour venisse annullato[1] sulla scorta di quanto già era avvenuto pochi mesi prima, quando a essere accantonata fu una serie di test match di cricket in cui i sudafricani avevano espresso disappunto per la presenza di un giocatore di colore nelle file inglesi[1].

A tali annullamenti fece seguito il bando sudafricano da parte del CIO nel 1970[1], anche se la questione venne posta in maniera più incisiva in seno al comitato dei Giochi del Commonwealth a metà decennio, in quanto alcune nazioni africane minacciarono il boicottaggio di tale rassegna per protesta verso quei Paesi che ancora intrattenevano relazioni sportive con il Sudafrica[1]; per effetto di ciò quest'ultimo rimase isolato e tentò di non essere escluso dagli eventi internazionali pagando surrettiziamente (tramite sponsor) atleti stranieri che venissero a competere in esibizione sul loro territorio: è il caso di una spedizione non autorizzata di crickettisti inglesi nel 1981 che portò al bando di alcuni di essi da parte della loro Federazione[1] o del famoso tour dei New Zealand Cavaliers del 1986, composto da rugbisti a 15 neozelandesi recatisi individualmente in Sudafrica e, per questo, sanzionati al ritorno con il bando per due gare ufficiali che, per molti di essi, costituì la fine della carriera internazionale.

Lo stesso argomento in dettaglio: New Zealand Cavaliers.

Il — da poco in carica — governo conservatore di Margaret Thatcher, alla fine del 1979, non aveva mostrato alcuna intenzione di alleggerire il bando verso il Sudafrica e, benché inabile formalmente a imporre alle federazioni sportive britanniche qualsiasi boicottaggio sportivo, espresse alla Rugby Football Union, la più influente tra le quattro componenti dei British & Irish Lions, il proprio desiderio che la formazione interbritannica si astenesse da effettuare un tour, programmato per maggio 1980, in quel Paese[2].Al contrario la RFU ignorò la richiesta del governo[2] e a gennaio 1980, di concerto con le altre tre federazioni rugbistiche delle Isole britanniche decise di proseguire con l'organizzazione[3], assegnando la gestione del tour al nordirlandese Syd Millar e la guida tecnica a Noel Murphy[3].

I giocatori convocati per il tour furono 30, dei quali 8 inglesi compreso il capitano Beaumont, 5 irlandesi, 4 scozzesi e 13 gallesi[4], quest'ultimo il contingente più nutrito della spedizione che rispecchiava la forza del Galles (otto vittorie nelle 12 edizioni precedenti) e il ritorno dell'Inghilterra (campione uscente con il Grande Slam del Cinque Nazioni 1980); tra di essi figuravano anche 10 superstiti del tour precedente, quello del 1977 in Nuova Zelanda[3].

Il tour modifica

L'inglese Bill Beaumont, capitano del tour, qui nel 2016

Il tour fu costellato da diversi infortuni già dall'inizio: lo scozzese Andy Irvine fu sostituito da Elgan Rees prima ancora di partire; il gallese Stuart Lane passò alle statistiche per essere il giocatore con la più corta militanza nei Lions, con soli 55 secondi di gioco nella partita inaugurale del tour a Port Elizabeth contro E.P. Elephants prima di rompersi il crociato anteriore[5]; Rodney O'Donnell subì un infortunio al collo e terminò in quel tour la sua carriera agonistica[3]; Mike Slemen, benché non infortunato, dovette tornare a Liverpool per problemi familiari; nel corso della spedizione, oltre al citato Slemen, furono 8 i giocatori rimpiazzati a causa di infortunio.

Clive Woodward, tra i più talentuosi giocatori del tour, qui nel 2015

Come detto, la formazione interbritannica fu vittoriosa in tutti gli incontri infrasettimanali a iniziare dal primo a Port Elizabeth che registrò la prima citata defezione per infortunio, quella di Stuart Lane.Rispetto alle consuetudini, fu organizzato un (insolitamente, per l'epoca) corto tour di soli due mesi, in controtendenza rispetto alle spedizioni d'oltremare durante le quali le squadre rimanevano in visita del Paese ospitante almeno tre mesi[6].

Le assenze tuttavia cominciarono a pesare soprattutto perché riguardavano i tre quarti dove c'era meno ricambio, laddove la prima linea, costruita sul trio inglese, costruita sul trio Cotton-Wheeler-Blakeway, riusciva a conquistare palloni da smistare alle retrovie; David Richards, Gareth Davies e Terry Holmes dovettero lasciare per infortunio e fu necessario rimpiazzarli chiamando d'urgenza dall'Europa sostituti disponibili a prendere il loro posto[3].

Se i Lions erano riusciti ad ammortizzare il peso delle perdite durante i primi sei match infrasettimanali (altrettante vittorie contro tre formazioni provinciali e tre a inviti), l'importanza dei giocatori venuti a mancare si sentì nel primo test match a Città del Capo quando gli Springbok marcarono cinque mete contro una sola dei visitatori, che mitigarono il passivo solo grazie a 18 punti di Tony Ward al piede (5 piazzati e un drop) per un totale di 26-22 per i padroni di casa[3].

Tra il primo e il secondo test match vi furono tre vittorie infrasettimanali contro una selezione a inviti dei distretti e le provincie del Transvaal ed Eastern Transvaal; a Bloemfontein il conteggio finale fu di 4 mete a 2 per gli Springbok e vittoria interna per 26-19 con conteggio di infortunati in aumento[6].Ancora, due vittorie convincenti contro gli Junior Springboks e Northern Transvaal diedero nuova fiducia ai Lions, ma il terzo test, quello di Port Elizabeth, fu quello che diede al Sudafrica la vittoria nella serie, anche se vinto 12-10 e con una meta per parte.Fu evidente che, pur perdendo di misura, i britannici stavano scontando le numerose defezioni per infortunio difficili da fronteggiare con le sostituzioni all'ultimo minuto[3].

Nell'ultima tornata di infrasettimanali prima del quarto e finale test match ormai valevole solo per il prestigio, i Lions colsero una vittoria di rilievo contro la selezione dei South African Barbarians arricchita all'apertura dall'invito dell'argentino Hugo Porta[7][8].

Nel test match che chiuse il tour, al Loftus Versfeld di Pretoria, i Lions marcarono tre mete contro una sola degli Springbok e si aggiudicarono l'incontro 17-13.Alla fine della spedizione, fatta eccezione per Slemen, furono 8 su 30 i giocatori avvicendati, ovvero più di un quarto.

Reazioni modifica

Le polemiche non terminarono con la fine del tour.I sudafricani nel corso del decennio tentarono in tutti i modi di aggirare il bando internazionale, con alterni risultati e misure che causarono polemiche ovunque: nel 1981 una spedizione sudafricana in Nuova Zelanda fu boicottata dai contestatori che ad Hamilton disseminarono il campo di chiodi e schegge di vetro[9], e durante un test match ad Auckland un pilota amatoriale sorvolò Eden Park lanciando bombe di farina sui giocatori per protesta[10].

Un nuovo tour neozelandese in Sudafrica fu annullato nel 1985 e l'anno successivo la federazione sudafricana organizzò un'estemporanea spedizione in odor di professionismo che costò ai tesserati della NZRU una squalifica di due gare.Alla prima coppa del mondo di rugby nel 1987 il Sudafrica non fu ammesso, anche se questo non bastò per evitare che, per esempio, l'Unione Sovietica, invitata a tale competizione, declinasse perché, pur essendo gli Springbok banditi dalla competizione, la federazione era ancora presente nell'International Rugby Football Board[11].

Per quanto riguarda invece i British Lions, le polemiche interne furono sufficienti a evitare di mettere in calendario future visite in Sudafrica: la prima volta in cui tornarono ufficialmente nel Paese fu nel 1997, diciassette anni dopo, ad apartheid ormai finito da più di cinque anni[6].

L'irlandese Rodney O'Donnell, infortunatosi al collo, smise di giocare e Stuart Lane che, come detto, è noto per avere la più breve carriera nelle file dei Lions, non gareggiò più a livello internazionale.Tra i partecipanti al successivo tour in Sudafrica del 1997 figurò Scott Quinnell, figlio di Derek che prese parte a quello del 1980.

Delle altre persone di rilievo di quel tour, Syd Millar e Bill Beaumont divennero in seguito presidenti dell'International Rugby Board (oggi World Rugby); Andy Irvine divenne presidente della federazione scozzese e manager del tour vittorioso dei Lions in Australia nel 2013.John Robbie nel 1981 rimase in Sudafrica dopo essere stato licenziato dalla Guinness a causa della sua partecipazione a un tour con la nazionale irlandese in tale Paese e per 35 anni lavorò in una trasmissione radiofonica che nei primi anni novanta ospitò personalità che si opponevano all'apartheid[12] attirandosi pesanti critiche da politici e vertici di polizia e forze armate[12].Anche l'inglese John Carleton perse il suo posto di insegnante a Wigan al rientro in patria, ma successivamente si impiegò alla filiale della Bank of Ireland di Liverpool[13].

Clive Woodward, all'epoca funzionario bancario, divenne allenatore professionista e commissario tecnico dell'Inghilterra che nel 2003 vinse l'unica Coppa del Mondo guadagnata da una squadra nazionale dell'Emisfero Nord; nel 2005 guidò anche i Lions in un tour in Nuova Zelanda che tuttavia si risolse in 3 sconfitte per gli interbritannici.

La squadra modifica

Giocatori modifica

Tre quarti
GiocatoreRuoloSquadra
 Ollie CampbellMediano d'apertura Old Belvedere
 John CarletonTre quarti ala Orrell
 Gareth DaviesMediano d'apertura Cardiff RFC
 Paul Dodge[17]Tre quarti centro Leicester
 Ray GravellTre quarti centro Llanelli
 Bruce HayEstremo Boroughmuir
 Terry HolmesMediano di mischia Cardiff RFC
 Andy Irvine[18]Estremo Heriot’s
 Peter MorganTre quarti ala Llanelli
 Rodney O'DonnellEstremo St. Mary’s
 Colin PattersonMediano di mischia Instonians
 Elgan Rees[18]Tre quarti ala Neath
 Jim RenwickTre quarti centro Hawick
 David RichardsTre quarti centro Swansea
 John Robbie[19]Mediano di mischia Greystones
 Mike SlemenTre quarti ala Liverpool
 Steve Smith[20]Mediano di mischia Sale Sharks
 Tony Ward[21]Mediano d'apertura Garryowen
 Clive WoodwardTre quarti centro Leicester

Staff tecnico-manageriale modifica

Risultati modifica

I test match modifica

Città del Capo
31 maggio 1980, ore 15:30 GMT+2
Sudafrica 26 – 22
referto
 British & Irish LionsNewlands Stadium (40 000 spett.)
Arbitro:  Francis Palmade

Bloemfontein
14 giugno 1980, ore 15:30 GMT+2
Sudafrica 26 – 19
referto
 British & Irish LionsFree State Stadium (63 000 spett.)
Arbitro:  Francis Palmade

Port Elizabeth
28 giugno 1980, ore 15:15 GMT+2
Sudafrica 12 – 10
referto
 British & Irish LionsStadio Boet Erasmus (45 000 spett.)
Arbitro:  Jean-Pierre Bonnet

Pretoria
12 luglio 1980, ore 15:15 GMT+2
Sudafrica 13 – 17
referto
 British & Irish LionsLoftus Versfeld (68 000 spett.)
Arbitro:  Jean-Pierre Bonnet

Gli altri incontri modifica

Port Elizabeth
10 maggio 1980
E.P. Elephants16 – 28 British Lions XVStadio Boet Erasmus

East London
14 maggio 1980
SARA XV 6 – 28 British Lions XVBorder RU Ground

Durban
17 maggio 1980
Natal15 – 21 British Lions XVKings Park

Potchefstroom
21 maggio 1980
SA Invitation 19 – 22 British Lions XVOlën Park

Bloemfontein
24 maggio 1980
Orange Free State17 – 21 British Lions XVFree State Stadium

Stellenbosch
27 maggio 1980
SAR Federation XV 6 – 15 British Lions XVDanie Craven Stadium

Windhoek
4 giugno 1980
SA Country Districts 7 – 27 British Lions XVSouth Western Stadium

Johannesburg
7 giugno 1980
Transvaal12 – 32 British Lions XVWanderers Stadium

Springs
11 giugno 1980
Eastern Transvaal15 – 21 British Lions XVP.A.M. Brink Stadium

Johannesburg
18 giugno 1980
Junior Springboks6 – 17 British Lions XVWanderers Stadium

Pretoria
21 giugno 1980
Northern Transvaal9 – 16 British Lions XVLoftus Versfeld

Durban
2 luglio 1980
SA Barbarians14 – 25 British Lions XVKings Park

Città del Capo
5 luglio 1980
Western Province6 – 37 British Lions XVNewlands Stadium

Kimberley
8 luglio 1980
Griqualand West19 – 23 British Lions XVde Beers Stadium

Statistiche modifica

Utilizzo dei giocatori modifica

GiocatoreTest matchTotali
GMtTrCPDGPtGMtTrCPDGPt
Bill Beaumont4000001000000
Maurice Colclough4000001110004
Ray Gravell4100041110004
John O’Driscoll42000811300012
Graham Price4100041220008
Jeff Squire4000001110004
Peter Wheeler4000001010004
Clive Williams4000001200000
Ollie Campbell301301170513358
John Carleton30000010300012
Bruce Hay3100041120008
Andy Irvine3101078304127
Colin Patterson3000001010004
Paul Dodge200000510004
Derek Quinnell200000900000
Colm Tucker200000910004
Clive Woodward20000011458153
G. Davies1012084125126
Rod O’Donnell100000700103
Jim Renwick10000011122117
Richards David100000700000
John Robbie100000710017
Mike Slemen1000005510125
Tony Ward100511851411148
John Beattie000000800000
Phil Blakeway000000100000
Fran Cotton000000400000
Terry Holmes0000004300012
Stuart Lane000000100000
Allan Martin000000800000
Peter Morgan000000710107
Philip Orr000000500000
Alan Phillips000000700000
Elgan Rees0000006300012
Steve Smith000000000000
Ian Stephens000000500000
Alan Tomes000000710004
Gareth Williams000000620008
N.B. I giocatori in grassetto furono utilizzati nei test match. A parità di numero di questi ultimi essi sono ordinati per cognome.

Note modifica

  1. ^ a b c d e Whannel, pag. 36.
  2. ^ a b Whannel, pag. 37.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Lions tour 1980. The British and Irish Lions went on a controversial tour of apartheid South Africa and lost 3-1, in Sky Sports, 21 aprile 2013. URL consultato il 29 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2013).
  4. ^ (EN) 1980 Lions: Squad and results, in BBC, 18 maggio 2005. URL consultato il 3 settembre 2017.
  5. ^ (EN) Peter Jackson, Finn’s brief encounter a lot longer than Lane’s!, in The Rugby Paper, 2 luglio 2017. URL consultato il 3 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2017).
  6. ^ a b c (EN) Sean Davies, History of the Lions: South Africa 1980, in BBC, 18 maggio 2005. URL consultato il 3 settembre 2017.
  7. ^ Collins, pag. 227.
  8. ^ (EN) Man who made Pumas roar, in The Scotsman, 14 giugno 2008. URL consultato il 10 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2017).
  9. ^ (EN) Neil Reid, Arresting times, in Stuff, Fairfax Media Ltd., 27 marzo 2011. URL consultato il 29 giugno 2014.
  10. ^ (EN) James McOnie, Flour-bomber goes back to Eden Park, in The New Zealand Herald, 9 luglio 2006. URL consultato il 29 giugno 2014.
  11. ^ (EN) Brendan Gallagher, Russia hope superpower struggle with US will act as a springboard for union back home, in The Daily Telegraph, 13 settembre 2011. URL consultato il 29 maggio 2014.
  12. ^ a b (EN) Presenter: John Robbie, su 702.co.za, 702. URL consultato il 29 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  13. ^ (EN) Jon Culley, Where Are They Now?, in The Independent, 22 maggio 1995. URL consultato il 10 settembre 2017.
  14. ^ In sostituzione di Phil Blakeway
  15. ^ In sostituzione di Fran Cotton
  16. ^ In sostituzione di Stuart Lane
  17. ^ In sostituzione di David Richards
  18. ^ a b Irvine faceva parte dei primi convocati, ma per motivi fisici fu rimpiazzato da Elgan Rees prima dell'inizio del tour. Successivamente Rees si infortunò e fu chiamato proprio Irvine, originariamente sostituito, a rimpiazzarlo
  19. ^ In sostituzione di Colin Patterson
  20. ^ In sostituzione di Terry Holmes
  21. ^ In sostituzione di Mike Slemen

Bibliografia modifica

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