Mario Panzeri

paroliere e compositore italiano (1911-1991)
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«Grazie dei fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti,/ mi han fatto male, eppure li ho graditi.../ Son rose rosse e parlano d'amor»

Mario Panzeri (Milano, 11 ottobre 1911Milano, 19 maggio 1991) è stato un paroliere e compositore italiano.

È entrato nella storia della musica leggera come uno degli autori della prima canzone vincitrice di un Festival di Sanremo, la celebre Grazie dei fiori cantata da Nilla Pizzi; inoltre ha scritto alcune tra le più note canzoni italiane, come Maramao perché sei morto?, Pippo non lo sa, Papaveri e papere, Casetta in Canadà, Lettera a Pinocchio, Nessuno mi può giudicare, Fin che la barca va e molte altre.

Biografia modifica

Gli inizi modifica

Rimasto orfano giovanissimo, viene allevato dallo zio Enrico, il fratello del padre, insieme ai suoi fratelli[1].

Interessato sin da giovane al mondo dello spettacolo, Mario Panzeri inizia la sua carriera come cantante di varietà, entrando in una compagnia in cui si esibisce in ritmi allegri, nonostante le non eccelse capacità vocali.

È appunto in questa compagnia che inizia a scrivere le prime canzoni: firma così un contratto come paroliere con le Edizioni musicali Melodi e la prima di esse ad essere incisa è Conosco una fontana, una rumba scritta nel 1937 in collaborazione con Umberto Bertini su musica di Mario Schisa.

Il successo ed i problemi con la censura fascista modifica

Il primo vero successo di Panzeri è però datato 1939: all'inizio di quell'anno infatti la cantante Maria Jottini incide la canzone Maramao perché sei morto, che il paroliere ha scritto su musica di Mario Consiglio ispirandosi ad una filastrocca popolare abruzzese (Mara maje, che significa Amara me), e che riscuote subito molto successo.[2]

Qualche settimana dopo la pubblicazione del disco, a Livorno si iniziano i lavori per una statua dedicata a Costanzo Ciano, politico e gerarca fascista morto da poco: nottetempo alcuni ragazzi lasciano sul basamento del monumento alcuni fogli con i versi di questa canzone (Maramao perché sei morto?/ Pane e vin non ti mancava,/ l'insalata era nell'orto/ e una casa avevi tu), che vennero ritenuti offensivi verso un "eroe" italiano del fascismo: quindi Panzeri è convocato d'urgenza da Criscuolo, il responsabile della censura, a cui deve dimostrare che il testo della canzone era stato scritto prima della morte di Ciano.

Ormai, però, per l'opinione pubblica Maramao perché sei morto viene considerata una delle cosiddette canzoni della fronda, in cui in maniera non esplicita e con allusioni varie si attaccano alcune figure di primo piano del regime: ed anche l'anno successivo la situazione si ripete, questa volta con un brano scritto con Nino Rastelli su musica di Gorni Kramer, Pippo non lo sa, il cui protagonista, che quando passa ride tutta la città, era stato identificato dalla censura fascista con il gerarca Achille Starace.

Panzeri smentì anche in questa occasione, ma la sua reputazione, per il regime fascista, era ormai compromessa, e così, quando nel 1943 Panzeri scriverà sempre con Rastelli il testo per Il tamburo della banda d'Affori, una marcetta di Nino Ravasini, i precedenti dei due brani ricordati gli causeranno difficoltà: la canzone verrà infatti messa sotto accusa, in particolare per i versi in cui si parla del tamburo principal della banda d'Affori,/ che comanda 550 pifferi. I componenti della Camera dei fasci e delle corporazioni erano infatti 550; quanto al tamburo principale, parve un'allusione a Mussolini.

A onor del vero bisogna aggiungere che Panzeri continuò, anche in seguito, a sostenere che le sue erano allusioni involontarie e casuali, ma è anche vero che, nel dopoguerra, continuarono nei suoi testi ad essere riscontrati riferimenti velati ed ironici alla realtà politica italiana (in Papaveri e papere e Casetta in Canadà, ad esempio).

Pippo non lo sa divenne, comunque, un successo anche all'estero: venne inciso in tedesco come Lieber Sonnenschein dal saxofonista e direttore d'orchestra Tullio Mobiglia, che in quel periodo viveva a Berlino e che lo incise su un 78 giri che vendette migliaia di copie in Germania (recentemente questa versione è stata ristampata in cd dalla Riviera Jazz Records).

Altri successi di quegli anni da ricordare sono Fiorellin del prato, canzone del 1940 (incisa trentasei anni dopo anche da Anna Oxa) e Tu cosa farai di me, cover di Vous qui passez sans me voir, successo del 1937 di Charles Trenet, inciso in italiano nel 1942 da Vittorio Belleli; inizia nel frattempo anche a comporre alcune musiche, come Olè la fundeghera e Verrà.

Grazie dei fiori modifica

Anche nel dopoguerra continua la sua attività, con molti successi come Cantando con le lacrime agli occhi per Oscar Carboni o Il re del Portogallo.

Nel 1950 Gian Carlo Testoni invia un testo, scritto insieme a Mario Panzeri, al maestro Saverio Seracini, che dopo aver scritto la musica lo incarica di trovare una casa editrice per affidarla a qualche cantante: tutti i tentativi fatti da Testoni, però, falliscono.

Dopo qualche mese, però, ha modo di leggere il bando per la partecipazione al primo Festival di Sanremo e decide di inviare la canzone, Grazie dei fiori, che la commissione di lettura decide di accettare e di affidare a Nilla Pizzi: inaspettatamente il brano, che è di proprietà degli autori, arriva al primo posto, ed il disco a 78 giri inciso dalla cantante stabilisce il record di vendite fino a quel momento: ben trentaseimila copie.

Panzeri, così, diventa uno dei più richiesti parolieri italiani del dopoguerra, partecipando con i suoi brani ad innumerevoli edizioni delle principali manifestazioni canore italiane, da Un disco per l'estate al Cantagiro, dal Festivalbar alla Mostra Internazionale di Musica Leggera.

Altri successi sanremesi: Papaveri e papere, Aveva un bavero e Casetta in Canadà modifica

L'anno successivo torna a Sanremo con un'altra canzone, che si classifica al secondo posto nell'interpretazione di Nilla Pizzi: si tratta di Papaveri e papere, motivo allegro che sotto l'apparente demenzialità nasconde una satira politica verso i potenti, i "papaveri alti alti", mentre le papere sono coloro che subiscono il potere; la canzone riscuote un successo grandissimo, viene tradotta in quaranta lingue (addirittura in cinese, con il titolo Pappa piccolino) e frutta agli autori la cifra di quaranta milioni di lire in diritti d'autore[3]. Verrà incisa anche da Bing Crosby, Eddie Constantine, Yves Montand e Beniamino Gigli.

Durante l'esecuzione al festival è da ricordare la voce di Mario Bosi, che imita quella di Paperino; secondo Gigi Vesigna, «Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia cristiana[4]; l'immagine dei papaveri svettanti su un campo di grano e simboleggianti il Partito Comunista Italiano attraversati da un grande paio di forbici nell'atto di tagliarli venne usata dai Comitati Civici della Democrazia Cristiana per i manifesti elettorali di quell'anno[5].

Il 1954 è l'anno di Aveva un bavero, che si stacca dai riferimenti all'attualità per rimpiangere il bel tempo antico, nella descrizione di un racconto fatto dal nonno dell'autore su un episodio del Risorgimento italiano (viene citata anche una canzone popolare dell'epoca, La bella Gigogin); sicuramente una parte del successo è dovuta all'interpretazione del Quartetto Cetra, che armonizza la melodia secondo il proprio stile.

Anche Casetta in Canadà, presentata a Sanremo nel 1957, viene vista come una canzone con un messaggio: il racconto del protagonista, che continua a ricostruire la sua casetta nonostante Pinco Panco ogni volta per dispetto la incendi, viene visto come un'esaltazione del darsi da fare, del non farsi abbattere dalle difficoltà; come scrive Gianni Borgna «Risulta evidente non solo l'elogio della positività e del decoro piccolo borghese (nell'aspirazione a una casa tutta per sé, con fiori, pesciolini rossi ecc.) ma soprattutto l'adesione senza riserve ai principi dominanti: lavorare sodo senza discutere, tollerare illimitatamente il sopruso, e via di questo passo[6]» (giudizio che risente evidentemente della mentalità degli anni settanta per la quale tutto era da interpretare in chiave ideologica paramarxista, ma che evidentemente nasce da una lettura confusa e affrettata del testo della canzone).

Da questo momento in poi Panzeri, che fino a quel momento era stato spesso visto come un autore critico verso il potere e il sistema (come ricordato per Maramao o Pippo non lo sa) diventa invece, per alcuni che risentono delle ideologie in voga, un esempio di autore reazionario e disimpegnato, accusa che lui non prenderà mai sul serio, continuando anzi a scrivere testi di questo genere come Fin che la barca va o Tipitipiti.

Anche Casetta in Canadà, comunque, diventa un successo (in particolare nella versione a duo di Carla Boni e Gino Latilla (con il coro del Duo Fasano)[7].

Amedeo Minghi nel testo di Vivere vivere (contenuta ne I ricordi del cuore) cita questo brano insieme a Papaveri e papere nei versi «Alti papaveri e piccola tu,/ edere e piove ed il pianto vien giù,/ la casetta che un Pinco Pallino un giorno incendiò»

La canzone, infine, è stata recentemente citata anche dagli Stadio in Stabiliamo un contatto, contenuta nell'omonimo album ("Io sono bravissimo a chiacchiere/ho anch'io una casetta in Canadà") e da Luciano Ligabue in Vivo morto o X, da Buon compleanno Elvis ("T'han detto che c'è posto per chi sa stare a posto /il posto, tele accesa e la casetta in Canadà"), segno della notorietà che hanno tuttora i versi di Panzeri.

Lettera a Pinocchio modifica

Nel 1959 Panzeri partecipa alla prima storica edizione dello Zecchino d'Oro: la sua canzone, intitolata Lettera a Pinocchio, racconta le vicende di un adulto che, trovando alcuni giocattoli, rievoca la sua infanzia e scrive una lettera al famoso burattino; la musica è tratta da un brano popolare di pubblico dominio, intitolato Canzone romana, ed è firmata dallo stesso Panzeri.

Il brano, cantato dalla bambina Giusi Guercilena e da Loredana Taccani, si classifica al secondo posto (la vittoria se l'aggiudica Quartetto cantata dalla stessa Giusi); il brano che viene immediatamente ricordato dal pubblico è però quello scritto da Panzeri, al punto che l'anno successivo viene ripreso da Johnny Dorelli, che ne fa un classico e lo porta ai primi posti della hit parade.

In seguito la canzone verrà ripresa anche da Bing Crosby.

Pace Panzeri Pilat Conti modifica

Nel 1961 Panzeri scrive insieme a Daniele Pace, giovane voce solista dei Marcellini, il brano Carolina dai, che viene proposto quell'anno al Festival di Sanremo da Sergio Bruni e Rocco Granata. È l'inizio di una collaborazione che segna tutta l'ultima fase della carriera di Panzeri: i due si affideranno spesso per le musiche a Lorenzo Pilat e, a volte, a Corrado Conti, professore di musica del Teatro alla Scala di Milano.

Questo gruppo di lavoro produce molti successi per cantanti come Orietta Berti, Gigliola Cinquetti e Caterina Caselli (Io tu e le rose, La pioggia, Fin che la barca va, La rosa nera, Nessuno mi può giudicare, L'uomo d'oro, Sole spento).

Panzeri si ritira dall'attività negli anni ottanta.

Canzoni scritte da Mario Panzeri modifica

AnnoTitoloAutori del testoAutori della musicaInterpreti
1937Conosco una fontanaMario Panzeri e Umberto BertiniMario SchisaCarlo Buti
1939Maramao perché sei mortoMario PanzeriMario ConsiglioMaria Jottini e il Trio Lescano
1939La gelosia non è più di modaMario Panzeri e Nino RastelliMario SchisaTrio Lescano
1939È arrivato l'ambasciatoreMario Panzeri e AmintaNino CasiroliNuccia Natali e il Trio Lescano
1939Pippo non lo saMario Panzeri e Nino RastelliGorni KramerSilvana Fioresi, Trio Lescano, Miranda Martino
1940Fiorellin del pratoMario PanzeriVittorio MascheroniAlfredo Clerici
1941Birimbo biramboMario Panzeri e Nino RastelliEros SciorilliNatalino Otto
1942Tu cosa farai di meMario Panzeri e Nino RastelliPaul Misraki e Johnny HessVittorio Belleli
1942Ho messo il cuore nei pasticci con l'amoreMario PanzeriGiovanni D'AnziFerruccio Tagliavini
1943Il tamburo della banda d'AfforiMario Panzeri e Nino RastelliNino RavasiniNella Colombo, Aldo Donà e Dea Garbaccio
1944Olè la fundegheraNino RastelliMario PanzeriLiliana Feldmann
1944VerràNino RastelliMario PanzeriNilla Pizzi e Dea Garbaccio
1947Cantando con le lacrime agli occhiMario PanzeriVittorio MascheroniOscar Carboni
1949Il re del PortogalloMario PanzeriPiero RizzaMarisa Fiordaliso e Quartetto Stars
1951Grazie dei fioriGian Carlo Testoni e Mario PanzeriSaverio SeraciniNilla Pizzi
1951Sotto il mandorloGian Carlo Testoni e Mario PanzeriCarlo DonidaDuo Fasano
1952Papaveri e papereMario Panzeri e Nino RastelliVittorio MascheroniNilla Pizzi
1952Ninna nanna ai sogni perdutiGian Carlo Testoni e Mario PanzeriPier Emilio BassiNilla Pizzi
1954Aveva un baveroMario PanzeriVirgilio RipaQuartetto CetraVittoria Mongardi e Duo Fasano
1955Canto nella valleMario PanzeriUmberto FuscoNatalino Otto e Trio AuroraBruno Pallesi, Nuccia Bongiovanni e Radio Boys
1956Amami se vuoiMario PanzeriVittorio MascheroniTonina Torrielli
1956Lucia e TobiaMario PanzeriGiovanni D'AnziGianni Marzocchi e Franca Raimondi
1957Casetta in CanadàMario PanzeriVittorio MascheroniCarla Boni, Gino Latilla e Duo FasanoGloria Christian e Poker di Voci (Quartetto Cetra)
1957Come primaMario PanzeriVincenzo Di Paola e Sandro TaccaniTony Dallara e I Campioni
1958(Ai romani piaceva) la bigaGian Carlo Testoni e Mario PanzeriMax SpringherRuggero Oppi
1958Bevilacqua GustavinoAmintaMario PanzeriLoredana
1959Lettera a PinocchioMario PanzeriMario PanzeriGiusi Guercilena, Loredana e Johnny Dorelli
1961Carolina daiDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriSergio Bruni e Rocco Granata
1965SifolinaDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriClaudio Villa
1966Tu che m'hai preso il cuorNino Rastelli e Mario PanzeriFranz LehárGianni Morandi
1966Nessuno mi può giudicareMiki Del Prete e Luciano BerettaDaniele Pace e Mario PanzeriCaterina Caselli
1966L'uomo d'oroDaniele PaceMario Panzeri e Alceo GuatelliCaterina Caselli
1966La ragazza che mi vaDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriClaudio Lippi
1966Se tu vuoiDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriClaudio Lippi
1966Come maiDaniele PaceMario Panzeri e Lorenzo PilatCaterina Caselli
1967Una storia d'amoreDaniele Pace e Mario PanzeriE. PontiackCaterina Caselli e Gigliola Cinquetti
1967Non c'è niente di nuovoDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriCamaleonti
1967Io tu e le roseDaniele Pace e Mario PanzeriBrinnitiOrietta Berti e Les Compagnons de la Chanson
1967La rosa neraDaniele Pace e Mario PanzeriLorenzo PilatGigliola Cinquetti
1967C'è chi speraDaniele Pace e Mario PanzeriGiancarlo ColonnelloRiki Maiocchi e Marianne Faithfull
1967Sole spentoDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatCaterina Caselli
1968Torna LiebeleiDaniele Pace e Mario PanzeriGiancarlo ColonnelloCamaleonti
1968La tramontanaDaniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriAntoine e Gianni Pettenati
1968L'orologioDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatCaterina Caselli
1968Bagnata come un pulcinoIvo CallegariDaniele Pace e Mario PanzeriCaterina Caselli
1969Il mio amore è una ruotaDaniele Pace e Mario PanzeriElio IsolaFrance Gall
1969Viso d'angeloDaniele Pace e Mario PanzeriElio Isola e Flavio CarraresiCamaleonti
1969La pioggiaDaniele Pace e Mario PanzeriGianni Argenio e Corrado ContiGigliola Cinquetti e France Gall
1969EmanuelDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatDaniele Pace, Mario Panzeri e Lorenzo PilatCaterina Caselli
1969Il ballo di una notteDaniele Pace, Mario Panzeri e Ivo CallegariDaniele Pace, Mario Panzeri e Ivo CallegariCaterina Caselli
1969Alla fine della stradaDaniele Pace e Mario PanzeriLorenzo PilatJunior Magli e The Casuals
1970Fin che la barca vaFlavia ArrigoniLorenzo Pilat e Mario PanzeriOrietta Berti
1972Gira l'amore (caro bebè)Daniele Pace e Mario PanzeriDaniele Pace e Mario PanzeriGigliola Cinquetti
1972L'orizzonteDaniele Pace e Mario PanzeriAldo CazzulaniOrietta Berti
1972CarmenDaniele PaceAldo Cazzulani, Lorenzo Pilat e Mario PanzeriOrietta Berti
1972Quanto è bella leiDaniele Pace e Mario PanzeriLorenzo PilatGianni Nazzaro
1972Stasera ti dico di noDaniele Pace e Mario PanzeriGianni Argenio e Corrado ContiOrietta Berti
1973L'uomo che non c'eraDaniele PaceAldo Cazzulani e Mario PanzeriOrietta Berti
1974Per questo dissi addioDaniele Pace e Mario PanzeriAldo CazzulaniOrietta Berti
1974Occhi rossiDaniele PaceMario Panzeri, Corrado Conti e Lorenzo PilatOrietta Berti
1975SeguilaDaniele Pace e Mario PanzeriCorrado ContiCaterina Caselli
1979Sarà un fioreDaniele Pace e Mario PanzeriCorrado Conti e Mario PanzeriEnrico Beruschi
1979Ma che casinoDaniele PaceCorrado Conti e Mario PanzeriDaniele Pace
1979Mamma MargheritaDaniele PaceCorrado Conti e Mario PanzeriDaniele Pace
1979PiccerèDaniele PaceCorrado Conti e Mario PanzeriDaniele Pace
1982America inDaniele Pace e Mario PanzeriCorrado ContiOrietta Berti

Note modifica

  1. ^ IL M° MARIO PANZERI Archiviato il 15 febbraio 2012 in Internet Archive., di Renato Pareti.
  2. ^ In realtà si tratta di un canto funebre con il quale le donne di Andria, rammentavano la fucilazione del famigerato "Ciucciariello" (al secolo Riccardo Colasuonno), ex soldato dell'Esercito borbonico che non volle transitare nel neonato esercito italiano dopo l'aggressione sabauda al Regno delle due Sicilie dandosi alla macchia. La filastrocca originale era questa: Ciucciarelle, peccè sì muerte? / Pane e vine nan t’è mancate/ La ‘nzalate stè all’uérte, / Ciucciarelle, peccè sì muerte?
  3. ^ Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Panzeri Mario, di Enzo Giannelli, pag. 1279
  4. ^ Gigi Vesigna, Sanremo è Sanremo, edizioni Sperling & Kupfer 2000
  5. ^ Luca Romano e Paolo Scabello (a cura di), C'era una volta la DC: Breve storia del periodo degasperiano attraverso i manifesti elettorali della Democrazia cristiana, edizioni Savelli 1975
  6. ^ Gianni Borgna, La grande evasione - Storia del festival di Sanremo, edizioni Savelli 1980
  7. ^ Una curiosità legata a questa canzone è che Claudio Baglioni, all'età di dieci anni, si esibì per la prima volta in pubblico cantando proprio questa canzone. Fonte: Claudio Baglioni (a cura di Michelangelo Romano, Il romanzo di un cantante, edizioni Savelli 1978. Il cantautore citò l'episodio anche in una sua canzone, il frammento Due contenuto in Strada facendo. Fonte: una sedia per cantare una casetta in Canadà / quello pallidino quello di città

Bibliografia modifica

  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Panzeri Mario, di Enzo Giannelli, pagg. 1276-1280
  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana - Le canzoni, editore Armando Curcio (1990); alle voci relative alle canzoni di Mario Panzeri
  • Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, editore Mondadori (1992)

Collegamenti esterni modifica

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