Lex Licinia Mucia
La Lex Licinia Mucia fu una legge romana varata nel 95 a.C. dai consoli Lucio Licinio Crasso e Quinto Mucio Scevola. Il suo scopo era quello di depennare dagli elenchi dei cittadini romani tutti quei gruppi di Italici che negli anni si erano amalgamati con i cittadini veri e propri (soprattutto nell'ambito delle colonie) e tutti coloro che si spacciavano falsamente per cittadini. Essa spazzò via l'opera compiuta nel 97 a.C. dai censori Marco Antonio e Valerio Flacco, volta alla concessione larga del diritto di cittadinanza agli Italici.[1]
Questa legge causò un diffuso malcontento tra gli alleati italici e fu una delle cause della guerra sociale (bellum sociale, da socius, "alleato") del 91-88 a.C.
Note modifica
- ^ André Piganiol, Le conquiste dei Romani, Il Saggiatore, Milano 1971, p. 381
Collegamenti esterni modifica
- (EN) Lex Licinia Mucia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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