Guanto di paraffina

Il guanto di paraffina era un procedimento scientifico che serviva a verificare la presenza dei residui di uno sparo da arma da fuoco e quindi dimostrare se un indiziato avesse utilizzato un'arma da fuoco di recente. Il metodo d'indagine, nato nel 1914, è stato abbandonato perché non garantiva la certezza dei risultati ed è stato sostituito da altri metodi come la prova dello stub.[1]

Basi scientifiche modifica

La tecnica si basava sul rilevamento di diverse componenti dell'innesco e delle polveri di lancio dei proiettili di arma da fuoco (solfuro di antimonio, nitrato di bario, stifnato di piombo, nitrocellulosa, ecc.) che si vaporizzano all'atto dello sparo, risolidificano rapidamente e si depositano sulle mani (specie sulle prime due dita della mano che impugna l'arma), sul viso e sugli abiti della persona che ha sparato, sotto forma di particelle microscopiche. Queste possono essere rilevate chimicamente anche dopo alcuni giorni.

Modalità operative modifica

Versata sulle mani del sospettato, la paraffina forma un sottile strato che cattura le tracce chimiche dell'esplosione; una volta raffreddata e solidificata, viene rimossa proprio come un guanto e si possono effettuare sulla sua superficie le analisi chimiche e colorimetriche delle eventuali tracce residuali di combustione da scoppio, messe in risalto da una caratteristica colorazione blu di intensità variabile.

Le soluzioni chimiche (difenilammina solforica o la soluzione di Griess) che reagiscono con i residui di combustione da sparo sono corrosive e non possono essere utilizzate direttamente sulla pelle, perciò si adoperava la paraffina liquefatta, a bassa temperatura di fusione.

Tecniche alternative modifica

L'inconveniente principale, che ha portato gradualmente all'abbandono di tale tecnica, risiede nel fatto che i reagenti utilizzati nella prova si comportano allo stesso modo con una molteplicità di altre sostanze (fertilizzanti, saponi, solventi, ecc.), offrendo un troppo elevato rischio di rilevare un "falso positivo" e quindi di portare all'incriminazione per delitti gravissimi anche persone che fossero venute in contatto con una di queste sostanze per ragioni diverse da quelle delittuose.

A causa di tali inconvenienti, questo metodo è stato soppiantato da una tecnica più specifica per la raccolta dei residui, denominata stub (tampone), che consiste in un particolare tampone (o in alternativa delle strisce adesive fissate a un supporto metallico) che viene passato sulle mani e sugli abiti del sospettato. Le particelle sensibili sopra descritte ed eventualmente raccolte in questo modo vengono poi individuate in laboratori specializzati con l'ausilio di microscopi elettronici (associati a microspettrofotometri), o mediante attivazione neutronica ed altre metodiche.

Note modifica

  1. ^ Come viene fatto il guanto di paraffina?, su Focus.it. URL consultato il 25 gennaio 2024.

Voci correlate modifica