Alfonso III d'Avalos

nobile e condottiero napoletano, marchese del Vasto e governatore di Milano
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Alfonso III d'Avalos d'Aquino (Ischia, 25 maggio 1502Vigevano, 31 marzo 1546) è stato un militare e politico italiano.

Alfonso III d'Avalos d'Aquino
Tiziano, Ritratto di Alfonso d'Avalos, 1533 circa
Marchese del Vasto
Stemma
Stemma
In carica1504 –
1546
PredecessoreInnico II d'Avalos
SuccessoreFrancesco Ferdinando d'Avalos
Nome completoAlfonso III d'Avalos d'Aquino
NascitaIschia, 25 maggio 1502
MorteVigevano, 31 marzo 1546 (43 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di Sant'Anna dei Lombardi
DinastiaD'Avalos
PadreInnico II d'Avalos
MadreLaura Sanseverino
ConsorteMaria d'Aragona
FigliFrancesco Ferdinando
Maria
Antonia
Innico
Cesare
Carlo
Giovanni
Beatrice
Alfonso III d'Avalos d'Aquino
Ritratto in armatura del principe Alfonso III d'Avalos d'Aquino (opera di Antonio Moro conservata presso il Museo Czartoryski)
SoprannomeMarchese del Vasto
NascitaIschia, 25 maggio 1502
MorteVigevano, 31 marzo 1546
Luogo di sepolturaChiesa di Sant'Anna dei Lombardi
EtniaItaliano
Dati militari
Paese servitoSacro Romano Impero Germanico
Impero spagnolo
Forza armataEsercito Imperiale
ArmaFanteria, Cavalleria
Anni di servizio1522 - 1540
Comandanti
Guerre
Campagne
Battaglie
DecorazioniCavaliere dell'Ordine del Toson d'oro
Altre caricheGovernatore del Ducato di Milano
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Biografia modifica

Allocuzione di Alfonso d'Avalos, 1540-1541, Tiziano Vecellio, Museo del Prado, Madrid

Era figlio di Innico II d'Avalos e di Laura Sanseverino.

Nel 1521 ottenne il riconoscimento di Grande di Spagna da aggiungere al titolo di marchese del Vasto riconosciuto al padre nel 1496.

Combatté a fianco del cugino Fernando Francesco d'Avalos nella battaglia di Pavia del 1525, distinguendosi in due fasi diverse. All'inizio, guidò l'avanguardia imperiale costituita da 3 000 uomini, per metà lanzichenecchi tedeschi armati di picca e per metà achibugieri spagnoli, che indossano camicie bianche per riconoscersi nel buio. Dopo aver preso il castello di Mirabello, fu costretto a ritirarsi per non trovarsi in posizione isolata rispetto al resto dell'esercito imperiale. Più tardi, partecipò a una fase critica della battaglia in cui i tercios spagnoli sconfissero la rinomata fanteria svizzera al servizio della Francia sotto il comando di Robert de la Marck, signore di Fleuranges (odierno Florange). Questo successo fu conseguito anche grazie alla sortita della guarnigione di Pavia comandata da Antonio de Leyva che prese alle spalle l'esercito francese.[1]

Nel 1525 Carlo V concesse ad Alfonso il feudo di Castelleone, nella cui titolarità egli venne confermato da Francesco II Sforza nel 1531.Il 25 agosto del 1526 il d'Avalos venne investito del titolo di marchese di Castelnuovo Scrivia.[2] Nel 1531 ricevette il titolo di conte di Castellazzo Bormida.

Venne fatto prigioniero da Andrea Doria durante l'assedio di Napoli del 1528.

Nella distribuzione a favore dei nobili rimasti fedeli alla Spagna voluta da Carlo V nel 1529 dei beni confiscati alla nobiltà filofrancese del regno di Napoli, Alfonso d'Avalos ricevette diversi feudi. Per mezzo del diploma spedito dalla città di Ratisbona in data 28 luglio 1532, l'imperatore donò al d'Avalos e ai suoi eredi e successori i seguenti beni: Montesarchio (col titolo di principe), Castelpagano, Cervinara, Rotondi, Airola, Vico di Pantano, Bisaccia, Valle di Vitulano, Procida.[3] A questi si aggiungevano: una casa posta nella piazza di Nilo di Napoli; il dritto di compra spettante alla regia Corte sui castelli di Colle e Circello, devoluti al regio demanio in seguito alla ribellione di Giovan Vincenzo Carafa, marchese di Montesarchio; la terra di Pescara col titolo di marchese, similmente ricaduta al fisco a causa del delitto di fellonia commesso dalla città di Chieti; il castello di Baranello posto nella provincia di Molise, in precedenza appartenuto al ribelle Antonio Sanfelice; il dritto che spettava alla regia Corte di ricomprare la città di Lettere e i casali di Angri, Gragnano, Pimonte, Franchi e Positano, devoluti al regio demanio a causa della ribellione di Carlo de Miroballo; una rendita annua di ducati 3.600 sui dritti fiscali delle città e terre precedentemente menzionate.[3]

Fu governatore di Milano dal 1538 al 1546.

Fu probabilmente responsabile dell'assassinio a Pavia di Cesare Fregoso e di Antonio Rincon, avvenuto il 3 luglio 1541.[4][5]

Comandò l'esercito imperiale in Italia durante la campagna d'Italia tra il 1542 e il 1546, e fu sconfitto dai francesi nella battaglia di Ceresole. Il 28 giugno 1543, assieme all'imperatore Carlo V, fece visita a Castel Goffredo al marchese Aloisio Gonzaga e fu ospite della sua corte.[6]

Pare che fosse su sua iniziativa che fu fondata a Milano nel 1546 l'Accademia dei Trasformati per coltivare "la lingua e la poesia italiana".[7]

Discendenza modifica

Il principe Alfonso III d'Avalos sposò il 26 novembre 1523 la duchessa Maria d'Aragona, figlia del duca Ferdinando d'Aragona e della duchessa Caterina Castellana de Cardona; la coppia ebbe i seguenti figli:

Ascendenza modifica

GenitoriNonniBisnonniTrisnonni
Ruy López Dávalos, conte di RibadeoDiego López Dávalos 
 
Catalina de Mendoza 
Innico I d'Avalos, marchese di Pescara 
Costanza de TovarSancho de Tovar 
 
Teresa de Toledo 
Innico II d'Avalos, marchese del Vasto 
Berardo Gaspare d'Aquino, marchese di PescaraFrancesco II d'Aquino, marchese di Pescara 
 
Giovanella del Borgo 
Antonella d'Aquino, marchesa di Pescara 
Beatrice Caetani 
 
 
Alfonso III d'Avalos 
Antonello Sanseverino, principe di SalernoRoberto Sanseverino, principe di Salerno 
 
Raimondina Orsini 
Roberto II Sanseverino, principe di Salerno 
Costanza da MontefeltroFederico da Montefeltro, duca di Urbino 
 
Gentile Brancaleoni 
Laura Sanseverino 
Alfonso de Aragón y de Escobar, I duca di VilahermosaGiovanni II d'Aragona 
 
Leonor de Escobar 
Maria d'Aragona 
Leonor de Sotomayor y PortugalJuan de Sotomayor 
 
Isabel de Portugal 
 

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Di Spigna, p. 21 e Casali, passim.
  2. ^ Casalis, p. 210.
  3. ^ a b Ricca, p. 23.
  4. ^ Gualtierotti.
  5. ^ Gaspare De Caro, Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962.
  6. ^ Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
  7. ^ Romano Canosa, La vita quotidiana a Milano in età spagnola, Longanesi, Milano 1996, p. 271.
  8. ^ (FR) Knights of the Golden Flee, su antiquesatoz.com, Books AtoZ, 1997. URL consultato il 14 gennaio 2013.

Bibliografia modifica

  • Luigi Casali, Pavia assediata, Pavia, Edizioni Effigie, 2015.
  • Domenico Di Spigna, Ferrante d'Avalos (PDF), in La Rassegna d'Ischia, n. 1, 2009, pp. 17-22. URL consultato il 30 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2019).
  • Charles Oman, A History of the Art of War in the Sixteenth Century, London, Methuen & Co., 1937.
  • Piero Gualtierotti, Matteo Bandello alla corte di Luigi Gonzaga, Mantova, 1978.
  • Erasmo Ricca, La nobiltà del Regno delle Due Sicilie, vol. 1, 1859.
  • Goffredo Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati del Re di Sardegna, vol IV, 1837.
  • Filonico Alicarnasseo (Costantino Castriota), Vita di don Alfonso d'Avalos de Aquino Marchese del Vasto, ms. del XVI sec. , Ms. X, B. 67, Biblioteca Nazionale di Napoli

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Controllo di autoritàVIAF (EN65106489 · ISNI (EN0000 0001 1767 5758 · SBN UBOV438995 · BAV 495/29779 · CERL cnp01230899 · ULAN (EN500355305 · GND (DE130169676 · BNE (ESXX1517405 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-65106489