Mozione di fiducia (ordinamento italiano)

Nell'ordinamento italiano, la mozione di fiducia è, insieme alla mozione di sfiducia, uno degli aspetti della disciplina costituzionale del rapporto di fiducia tra camere e governo.[1]

Momento costitutivo del rapporto fiduciario modifica

Secondo quanto previsto dall'articolo 94.3 della Costituzione della Repubblica Italiana, il governo deve presentarsi alle camere entro dieci giorni dalla propria formazione per ottenerne la fiducia, che viene concessa o meno con mozione motivata e appello nominale.

Solo se ottiene la fiducia di entrambe le Camere il Governo entra nella pienezza dei suoi poteri. Nel frattempo la sua attività secondo la dottrina prevalente è limitata all'ordinaria amministrazione (formula dai confini poco definiti), analogamente a quella di un governo dimissionario.[2] In altri ordinamenti, come quello vigente ai tempi dello Statuto Albertino, un governo si regge anche solo in assenza di esplicite manifestazioni di sfiducia: si parla in questi casi di "fiducia negativa".[3]

Governi che non hanno ottenuto la fiducia modifica

Cinque governi neoincaricati nella storia repubblicana non ottennero la fiducia parlamentare all'atto della loro presentazione alle Camere[4]:

LegislaturaGovernoCapo del GovernoComposizioneInizio governoFine governoDurataVoti
IIGoverno De Gasperi VIIIAlcide De Gasperi (DC)DC16 luglio 195317 agosto 195332 giorni
282 / 583
IIGoverno Fanfani IAmintore Fanfani (DC)DC18 gennaio 195410 febbraio 195423 giorni
260 / 563
VGoverno Andreotti IGiulio Andreotti (DC)DC17 febbraio 197226 giugno 1972130 giorni
151 / 309
VIIGoverno Andreotti VGiulio Andreotti (DC)DC, PSDI, PRI21 marzo 19795 agosto 1979137 giorni
149 / 299
IXGoverno Fanfani VIAmintore Fanfani (DC)DC, indipendenti18 aprile 198728 luglio 1987102 giorni
131 / 371

Il governo Andreotti III viene invece ricordato come il governo della "non sfiducia", dato che ottenne la fiducia grazie all'astensione di tutte le forze parlamentari (eccetto MSI-DN e partito radicale contrari), e col voto favorevole della sola DC[4].

Rapporto di fiducia durante il mandato del governo modifica

Durante il mandato del governo, un decimo dei componenti di una delle due assemblee parlamentari (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) può richiedere che venga messa ai voti una mozione di sfiducia: la sua approvazione comporta la cessazione del mandato del governo, la sospensione dei lavori a seguito dell'annuncio, da parte del presidente dell'assemblea, che il presidente del Consiglio ha espresso la volontà di recarsi al palazzo del Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica.

Quando è il governo stesso a mettere in gioco il suo mandato, lo fa con lo strumento della questione di fiducia: essa ha lo scopo di sollecitare la maggioranza parlamentare ad esprimere il supporto all'operato dello stesso, e si considera ottenuta se votata dalla maggioranza semplice dei presenti al voto.

Governi che si sono dimessi dopo la reiezione della questione di fiducia modifica

LegislaturaGovernoCapo del GovernoInizio governoFine governoDurataApprovazione della mozioneVoti
XIIIGoverno Prodi IRomano Prodi18 maggio 199621 ottobre 1998886 giorni9 ottobre 1998
312 / 630
XVGoverno Prodi IIRomano Prodi17 maggio 20068 maggio 2008722 giorni24 gennaio 2008
156 / 318

Note modifica

  1. ^ Bin-Pitruzzella, 2005, cit., 121.
  2. ^ Bin-Pitruzzella, 2006, cit., 174.
  3. ^ Bin-Pitruzzella, 2006, cit., 155.
  4. ^ a b Bersani e quei 40 voti per ottenere la fiducia

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica